Blog

Blog

Grafica raster o vettoriale?

Grafica raster (dal tedesco: griglia) è il modo di rappresentare la pagina (immagini o testo) con una griglia di punti; detti punti, allineati in una griglia orizzontale/verticale, descrivono l’immagine o il testo che hai progettato.

LEGGI TUTTO...

Un programma per creare PDF

Un programma per creare PDF da qualsiasi documento
PDFCreator è uno strumento per creare dei file PDF da documenti come i .DOC.
Funziona come una stampante virtuale e può essere utilizzato anche direttamente dall'interfaccia di programmi come Word.

E' scaricabile QUI

LEGGI TUTTO...

Profili colore: sRGB, Adobe RGB, Fogra 27

Il profilo colore è come una carta di identità per il lavoro che abbiamo costruito. La creazione di un lavoro passa spesso da più periferiche (monitor, stampanti, CTP...), a più mani (grafico, tipografo...) al supporto finale (carta). C'è bisogno di un linguaggio standard per la descrizione dei colori: il profilo colore!

Ogni periferica che abbiamo in uso, dal monitor alla stampante, ha un motore in grado di riconoscere la carta di identità (profilo colore) del documento. In poche parole, se abbiamo assegnato un profilo colore al nostro documento (es. tramite Photoshop), la periferica ce lo renderà con la stessa rappresentazione cromatica. E' un traguardo eccezionale, perché ci mette al riparo da sorprese nel momento in cui andremo in stampa.

Vediamo ora quali sono i principali profili colore da assegnare ad un documento.
- sRGB: è lo spazio colore più ristretto, destinato per esempio ai monitor di fascia bassa; rappresentando solo il 35% dei colori, non è indicato per una gestione ottimale del colore dei file.
- Adobe RGB: rappresenta il 50% dei colori visibili ad occhio umano; è il migliore per trattare documenti RGB.
- FOGRA27: è il profilo di riferimento per gli stampatori: quando non vuoi sorprese affidati a questo profilo. E' valido sia per la stampa offset, sia per la digitale.

LEGGI TUTTO...

Stampa pagina al vivo e abbondanza

Progettare con l'abbondanza è necessario solamente quando il documento prevede una stampa "al vivo", cioè quando la stampa arriva fino ai bordi del foglio (cioè quando non esistono margini di carta bianca).

Come funziona? Progettiamo per esempio un volantino di formato 150x210 mm. Se lo pensiamo con la stampa al vivo, dovremmo in realtà progettare un volantino di dimensioni 156x216 mm: cioè +3 mm di base colorata per lato, millimetri che andranno poi tagliati. Questo perché il tipografo non è in grado di tagliare la carta precisamente dove finisce la stampa e comincia il bianco della carta, ma è in grado di tagliare i 3 mm in questione.

Guardiamo la figura sottostante:
il margine azzurro è il formato del volantino con l'abbondanza che avrai progettato (156x216 mm);
i filetti bianchi rappresentano le linee di taglio del tagliacarte che, in definitiva, riquadrano il formato finale del volantino (150x210 mm);
il bordo giallo rappresenta la distanza del testo dal formato tagliato.
Nota bene, anzi benissimo, che se hai progettato (come nella figura sotto) che il testo dovrà essere a 10 mm dal bordo (nel formato tagliato), dovrai tenere il testo a 10 mm dal bordo di taglio (bianco), quindi a 13 mm dal bordo azzurro!
Nel nostro esempio, se avessimo progettato un volantino 150x210 mm senza abbondanza, l'espediente sbagliato sarebbe quello di ingrandire tutto il documento fino a 156x216 mm; il procedimento esatto è invece quello di ingrandire solamente la figura sottostante la scritta, quella della donna con il cesto di frutta in testa, portarla a 156x216 mm e lasciare il testo inalterato al suo posto...

 

Stacks Image 53485

LEGGI TUTTO...

PDF Protetti. Come togliere la protezione

Una soluzione è aprirli, portare la visualizzazione almeno al 300%, fare la foto dello schermo e montare le foto con Photoshop. E' una procedura lunga, ma funziona.
Una soluzione più rapida è data dal programma freeware PDF Unlocker (solo per Windows).
Basta scaricare il programma, installarlo sulla scrivania, trascinare il PDF protetto su di esso ed ecco tolta la protezione.

E' scaricabile QUI

LEGGI TUTTO...

CMYK, RGB, sintesi additiva e sottrattiva, gamut

A volte ci viene posta questa domanda: che differenza c'è tra RGB e CMYK?
RGB e CMYK sono due modelli colore, in parole povere due modi di rappresentare il colore.

RGB
I supporti retroilluminati (monitor, tv, ecc.) usano il modello colore RGB, con una modalità che si chiama sintesi additiva: i tre colori R (red, rosso), G (green, verde), B (blue, blu), vengono assommati come in una tavolozza di un artista per realizzare tutti gli altri colori.

CMYK
Nella stampa, invece, non disponendo di supporti retroilluminati (sarebbe scomodo rilegare dei monitor per fare un libro...) usiamo la carta, o meglio la carta bianca: è questo il nostro monitor! Il colore bianco racchiude in sé tutti i colori (ricordate il disco di Newton alle elementari?). Non dobbiamo fare altro che "togliere" determinati colori al bianco della carta per ottenerne altri. I 4 colori sono: C (cyan, un azzurro), M (magenta, una tonalità di rosso) , Y (yellow, giallo) e K (nero).

Spalmando questi inchiostri sulla carta bianca, una parte della luce incidente sul foglio verrà catturata, mentre un'altra parte verrà riflessa e noi la vedremo come luce colorata. Per questo la chiamiamo sintesi sottrattiva: perché sottraiamo dei colori al bianco!

Nella figura sottostante possiamo osservare il gamut, figura che descrive l'insieme dei colori che un dispositivo (monitor con RGB e carta con CMYK) riesce a rappresentare.
Come vediamo l'occhio umano percepisce una gamma di colori molto estesa. Sempre nella figura possiamo vedere l'insieme dei colori rappresentabili dall'RGB e dal CMYK. Nota bene che alcuni colori RGB, cioè colori osservabili sul tuo monitor, non rientrano nella gamma dei colori stampabili in CMYK: tu li vedi, ma noi tipografi non possiamo stamparli (in CMYK). Quindi la prossima volta non ti arrabbiare con il tipografo se il tuo blu o il tuo rosso non sono come tu lo vedevi a monitor...

LEGGI TUTTO...

Stampa manifesti: qual è la risoluzione giusta?

Spesso in tipografia arrivano file con risoluzioni troppo grandi o troppo piccole, inadatte ad una stampa ottimale.

Abbiamo fatto delle prove partendo dalla risoluzione massima dell'occhio umano, in condizioni ottimali, con una lettura a 30 cm di distanza. Tale risoluzione risulta essere 447 dpi, il che vuol dire che l'occhio umano, ad una distanza di 30 cm, riesce a distinguere al massimo 447 punti in un pollice, cioè circa 175 punti ogni cm. Chiaramente aumentando la distanza di lettura, diminuisce la capacità di distinguere (risolvere) questi punti: da ciò la possibilità di diminuire la risoluzione del documento a seconda della distanza della lettura. 447 dpi sono la risoluzione massima, mentre in tipografia viene usata, per la stampa, una risoluzione di 300 dpi (parliamo sempre di una lettura di una pagina a 30 cm di distanza), più che sufficienti per una buona resa nei dettagli della foto.

Scarica il file "Prova risoluzione.jpg" nel formato 50x70 a 447 dpi; qui sotto ne è riportata una copia a bassa risoluzione.
Dopo che lo avrai stampato potrai verificare con i tuoi stessi occhi, allontanandoti ed avvicinandoti al file stampato qual è la risoluzione ottimale per la stampa del documento che stai progettando.
Sorprendentemente, alla distanza di 1 metro, (quella che si usa per leggere un manifesto...) vedrai che è sufficiente una risoluzione di 150 dpi, ma anche meno (100/120 dpi); per un 6x3 mt (distanza di lettura 5/10 mt), la risoluzione può scendere ai 72 dpi, anche qualcosa sotto (50 dpi). Quindi, come sempre tieni bene in mente l'uso che farai delle tue foto e assegna loro i dpi giusti!

LEGGI TUTTO...

Stampare immagini alta risoluzione scaricati da internet

Spesso ci giungono in tipografia file a bassa risoluzione, scaricati da internet, che è impossibile stampare in buona qualità.

Come fare per trovare i file giusti?
Apriamo un browser (Safari, Chrome, Firefox…) ed andiamo alla pagina di Google (www.google.it). Inseriamo l'argomento della ricerca (es. "foto Luna") e diamo l'invio.
A questo punto selezioniamo il tag "Immagini": campariranno così delle miniature (anteprime) delle immagini che stiamo cercando (in questo caso immagini della Luna). Facciamo click sul tag "Strumenti di ricerca" e vediamo che compariranno dei sottomenù. Facciamo click sul tag "Dimensioni" del sottomenù e vediamo comparire la scritta "Maggiore di…".
A questo punto non dobbiamo far altro che selezionare le dimensioni di cui abbiamo bisogno.

Qui di seguito una legenda che servirà a semplificare la scelta della risoluzione adeguata:
Locandina A3 verticale: base (30 cm) di almeno 2500 pixel;
70x100 verticale: base (70 cm) di almeno 3000 pixel;
100x140 verticale: base (100 cm) di almeno 4000 pixel

LEGGI TUTTO...

Stampa manifesti a prezzi bassi

Da alcuni anni la tecnologia di stampa digitale ha soppiantato, per le basse tirature, la stampa tradizionale (stampa offset).

La stampa offset, quella che tanti immaginano come stampa tipografica tradizionale, è un'evoluzione della stampa litografica e richiede la produzione di matrici (lastre) che inevitabilmente hanno un costo.

Per la produzione di manifesti a colori sono richieste quattro lastre, una per colore dei quattro colori fondamentali della famosa sintesi CMYK. Inoltra le lastre vanno messe in macchina e va tarata l'inchiostrazione (con produzione di copie di scarto): anche questi fattori incidono sui costi.

Tutta questa preparazione viene chiamata "impianti" e per la produzione di manifesti 70x100 gli "impianti" possono incidere con un costo variabile dai 50 ai 100 euro.

Ecco qui che la stampa digitale comincia ad avere i suoi vantaggi. Pur avendo costi unitari (x manifesto) più alti dell'offset e una stampa meno veloce, non richiede impianti. Da ciò ne deriva che per una produzione da 1 a 200/300 manifesti la stampa digitale è conveniente. Ecco perché oggigiorno esistono molti siti che propongono stampa manifesti a prezzi sempre più bassi.

LEGGI TUTTO...

Cosa è il copyright e la privacy per le immagini?

Il Copyright è, nei paesi anglosassoni come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, quello che in Italia chiamiamo diritto d’autore.

Si abbrevia con il simbolo © e ha un obiettivo semplice: tutelare le opere d’ingegno. Tu scrivi una canzone e la pubblichi, quindi associ un Copyright alla tua attività. Stessa cosa puoi fare con le immagini, sono dei lavori che ti appartengono perché li hai creati tu. Puoi anche acquistarne i diritti fino a un certo punto, è chiaro. Pensa ai vari stock photo come Fotolia e Depositphoto: ti permettono di comprare delle foto, in realtà stai acquistando il formato che preferisci e la possibilità di usarlo in determinate occasioni. Infatti, più paghi e maggiore saranno i diritti in tuo possesso.

Quindi il copyright tutela chi crea e chi acquista determinati beni. Per avere un’idea completa del Copyright nel settore delle foto e delle immagini ti consiglio di dare uno sguardo alla Legge 22 aprile 1941, n. 633 sul diritto d’autore, poi modificata dal DPR 19/79, dal Dlgs 154/97 e dalla legge 248/2000.

LEGGI TUTTO...

Dove trovare immagini o foto online gratis

La domanda è importante: dove posso trovare immagini senza copyright per lavorare bene, senza infrangere la legge e senza spendere un patrimonio? Domanda lunga e apparentemente complessa, in realtà hai molte soluzioni. La più semplice: digita una query su Google Immagini impostando il filtro Creative Commons. Basta andare nelle ricerche avanzate e gestire la licenza nell’ultimo menu a tendina.

Puoi utilizzare un altro motore di ricerca, quello interno di Creative Commons. O magari quello di Flickr che isola le immagini segnate da Copyleft.

Però io preferisco i siti web che regalano le immagini di qualità.
Ti lascio sei risorse dove puoi trovare praticamente tutto:
Unsplash
Gratisography
Pexels
Pixabay
Picjumbo
New York Public Library

Ce ne sono tantissimi e hanno obiettivi precisi: in qualche caso sono archivi messi a disposizione da istituzioni, a volte sono gestiti da fotografi che vogliono far conoscere il proprio lavoro (e ottenere backlink o lead per la newsletter). In altri casi parliamo di community e appassionati.

LEGGI TUTTO...

Bambini, privacy e foto online: cosa dice la legge?

La tutela dei minori è consacrata dalla Costituzione, quando sancisce che la Repubblica Italiana protegge l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo (artt. 2 e 31, comma II, cost.).
I diritti dei minori sono, inoltre, garantiti dalla legislazione ordinaria civile e penale.

La tutela dell’immagine della persona, nella fattispecie del minore, è caratterizzata da una regolamentazione a parte. Specifiche norme sono previste dalla legge sul diritto di autore (l. 1941/633) e dal codice civile, che disciplina l’abuso dell’immagine altrui.
La legge sul diritto d’autore prevede che il ritratto di una persona non possa essere esposto senza il suo consenso (art. 96 legge n. 633/1941).

La Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata in Italia con legge 27 maggio 1991 n. 176, stabilisce che in tutti gli atti relativi ai minori, l’interesse superiore del minore deve essere considerato preminente.

"Nessun bambino può essere sottoposto ad interferenze arbitrarie o illegali che ledano la sua vita privata, la sua famiglia, la sua casa, il suo onore o la sua reputazione."

Ogni bambino, quindi, ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o pratiche lesive.

Anche la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali del 4 novembre 1950  e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea del 7 dicembre 2000, salvaguardano i diritti della persona.

E last, but not least, il Garante per  la Privacy ed il relativo codice ci viene in soccorso per la tutela della riservatezza dei minori.

Il Garante ha assunto una posizione netta. Ha dichiarato, infatti, che la tutela del minore immortalato in una foto, deve essere rispettata non solo nei casi di un suo coinvolgimento in fatti di cronaca nera, ma in qualunque ambito della vita quotidiana. E ciò vale per le testate giornalistiche, ma in egual misura anche per noi genitori.

I social network sono un modo semplice e rapido per condividere stati d’animo e momenti privati attraverso foto e pensieri.
Io per prima condivido con i miei amici foto, battute e momenti della mia vita e di mia figlia.

Le norme attuali a tutela delle immagini dei minori, sono strettamente connesse alla privacy e sono spesso utilizzate per le pubblicazioni di rotocalchi sia cartacei che online, in particolare relazione con personaggi pubblici nostrani o stranieri.

LEGGI TUTTO...

Il software per le immagini: Adobe Illustrator

Adobe Illustrator permette di costruire immagini vettoriali attraverso forme geometriche o attraverso degli strumenti di tracciatura fondamentali per ritoccare con le dita o con un pennino in ambiente touch.

Dalla versione CC è disponibile il nuovo strumento curvatura che permette di posizionare semplicemente i punti dove creare angoli per linee rette senza utilizzare punti di ancoraggio e maniglie. Si possono ricostruire loghi da scansioni attraverso il sistema di tracciatura automatica (nella versione CS2) o manualmente.

I lavori più sviluppati attraverso Illustrator sono: costruzione di loghi, prodotti pubblicitari (biglietti da visita, cartellonistica, scritte) o anche layout per siti web.

La gestione degli effetti di trasparenza consente, tra l'altro, di esportare progetti grafici nativi in formati di file che normalmente non gestiscono la trasparenza (come ad esempio WMF ed EMF) usufruendo di appositi strumenti di conversione. In più le cornici di testo si ridimensionano automaticamente durante l'aggiunta o la modifica di un testo.

Nelle ultime versioni del prodotto sono state aggiunte varie migliorie per perfezionare e migliorarne l'efficienza, tra cui la possibilità di ridimensionare le tavole di disegno e controllare i riempimenti nel pannello campioni, cursori per regolare l'opacità e tanto altro ancora.

LEGGI TUTTO...

Come usare Photoshop

Per capire come usare Photoshop, devi analizzare bene le quattro parti da cui è composta la sua interfaccia utente. Sulla sinistra trovi la barra degli strumenti con tutti i pennelli e tutti gli strumenti necessari a disegnare, colorare e modificare le foto; al centro c’è l’immagine su cui lavorare; sulla destra c’è un pannello in cui si possono gestire i vari livelli che compongono le immagini e si può accedere ad altri strumenti molto cari agli utenti più esperti; in alto ci sono i menu con i quali si possono aprire e salvare le foto, applicare loro degli effetti speciali e molto altro ancora.

Gli strumenti presenti nella barra degli strumenti di sinistra sono suddivisi in quattro sezioni (ogni sezione è divisa da una piccola linea nera). Nella prima sezione trovi gli strumenti per selezionare le parti di foto per copiarle, cancellarle o modificarle (es. la selezione rettangolare, il lazo per selezionare a mano libera o in maniera semi-automatica porzioni di immagine e il contagocce per catturare i colori dalle immagini), nella seconda divisione ci sono i pennelli,  il secchiello (per colorare grosse porzioni di foto), la gomma da cancellare ed altri strumenti fondamentali per correggere le imperfezioni nelle foto (es. pennello correttivo al volo e timbro clone), nella terza sezione spicca lo strumento per aggiungere testi alle foto, mentre nell’ultimo spazio della toolbar ci sono gli strumenti per lo zoom e i colori per il pennello e il secchiello.

I menu sono strutturati più o meno così: nel menu File trovi tutte le opzioni per aprire (Apri) e salvare i file (Salva con nome); nel menu Modifica ci sono alcuni strumenti per distorcere/ridimensionare/spostare/ruotare  gli elementi presenti nelle foto (Trasforma); in Immagine trovi la maggior parte degli strumenti per regolare i colori delle immagini (Regolazioni), mentre nel menu Filtro ci sono tutti gli effetti speciali che si possono applicare alle foto (effetti artistici, effetti di luce, ecc.).

Una delle operazioni più comuni che potresti voler compiere con le tue foto è quello di migliorarne i colori, la luminosità, ecc. Photoshop è in grado di fare questa cosa in maniera completamente automatica. Per provare in prima persona, clicca sul menu File > Apri per aprire la foto da correggere e seleziona le voci Tono automatico, Contrasto automatico e Colore automatico dal menu Immagine per applicare le correzioni. Rimarrai stupito dal risultato ottenuto.

Vuoi scoprire come usare Photoshop per eliminare una scritta o un’imperfezione da una tua foto (es. un neo, una macchia, ecc.), apri l’immagine su cui operare come visto in precedenza e seleziona lo strumento pennello correttivo dalla seconda sezione della barra degli strumenti di sinistra (puoi regolarne le dimensioni sfruttando il pulsante che compare in alto a sinistra, questa cosa vale anche per i pennelli e gli altri strumenti dalle dimensioni regolabili). Clicca quindi delicatamente sulle sezioni dell’immagine da cancellare (es. la scritta o l’imperfezione da rimuovere) e, quasi come per magia, questa sarà sostituita dal colore o dagli elementi circostanti diventando praticamente invisibile.

E gli effetti speciali? Ci arriviamo subito. Per applicare degli effetti speciali alla tua foto, non devi far altro che aprire il menu Filtri e selezionare l’effetto speciale che più ti piace. Nella sezione Artistico trovi i filtri per trasformare la tua foto in un poster, un dipinto ecc., nella sezione Distorsione trovi tutti gli strumenti per deformare la tua foto, e così via. Una volta selezionato l’effetto che vuoi applicare, regolane le proprietà nella finestra che si apre e clicca sul pulsante OK per applicarlo alla tua foto.

Vuoi ruotare la tua foto o cambiarle prospettiva? Seleziona l’immagine con lo strumento selezione rettangolare, clicca su Modifica e seleziona dal menu Trasforma lo strumento che vuoi usare (es. Ruota o Prospettiva). Trasforma quindi la tua foto muovendone i bordi con il mouse e, quando sei soddisfatto del risultato ottenuto, clicca sul simbolo di conferma posizionato in alto a destra (√) per applicare le modifiche.

Per salvare le tue foto, clicca sul menu File e seleziona la voce Salva con nome. Nella finestra che si apre, seleziona la cartella in cui salvare l’immagine modificata, assegnale un nome digitandolo nel campo Nome file e clicca su Salva per completare l’operazione. Ora ripeti questi procedimenti ogni tanto, divertiti a scoprire tutti gli altri strumenti di Photoshop e vedrai che nel giro di qualche giorno avrai ben poco da invidiare ai tuoi amici più esperti di fotoritocco!

LEGGI TUTTO...

Stampa a getto d'inchiostro

Il getto di inchiostro è una tecnologia di stampa che consiste nel proiettare minuscole goccioline di inchiostro sul supporto da stampare.
La tipica stampante a getto d'inchiostro presenta un carrello che si muove avanti e indietro per tutta la larghezza del foglio, il quale a sua volta procede in direzione perpendicolare al carrello mediante un sistema di rulli che lo trascina.

Sul carrello sono fissate le testine di stampa, il cui compito è quello di proiettare sul foglio microgocce di inchiostro del volume di pochi picolitri attraverso minuscoli forellini detti ugelli. Il meccanismo di eiezione delle gocce può essere di due tipi:

termico: in corrispondenza di ogni ugello è posizionato un resistore attraverso il quale vengono fatti passare impulsi di corrente; ad ogni impulso il resistore si scalda alla temperatura di alcune centinaia di gradi in pochi microsecondi e genera nell'inchiostro a contatto con esso una bolla di vapore. L'espansione di quest'ultima provoca l'espulsione della goccia dall'ugello soprastante; questa è la tecnologia più diffusa nell'ambito home/office ed è utilizzata da Hewlett-Packard, Canon, Lexmark e Olivetti;

piezoelettrico: sotto ogni ugello è sistemato un canalino circondato da un cristallo piezoelettrico; un impulso elettrico provoca la deformazione del cristallo e conseguentemente la repentina strozzatura del canalino e l'eiezione dell'inchiostro; è la tecnologia utilizzata da Epson.

L'inchiostro viene prelevato da serbatoi chiamati cartucce le quali possono contenere inchiostro libero o trattenuto da una spugna; nei modelli di stampanti per fogli di dimensioni A4 e A3, tali serbatoi sono solitamente di ridotte dimensioni e posizionati sul carrello, sopra le testine, e quindi si muovono assieme ad esso. Alcuni produttori in questi casi integrano le testine di stampa nelle cartucce e quindi l'esaurimento dell'inchiostro comporta la sostituzione della testina: ciò influisce sul costo della cartuccia, ma garantisce sempre l'efficienza delle testine. Nelle stampanti per fogli di dimensioni maggiori, impropriamente chiamate plotter, le cartucce di inchiostro sono generalmente posizionate in un luogo fisso e collegate al carrello con le testine mediante tubi, alcune volte l'inchiostro è contenuto in veri e propri serbatoi da rabboccare periodicamente.

Accanto alle tecnologie sopra descritte caratterizzate dall'eiezione d'inchiostro solo quando richiesto (Getto a richiesta) esiste il cosiddetto getto d'inchiostro continuo, una tecnologia molto usata nei processi di stampa industriale e commerciale per alti volumi. Essa è caratterizzata da alte frequenze di getto che permettono un'elevata velocità di stampa. La risoluzione di stampa ottenibile raggiunge circa 300 dpi e i diametri degli ugelli variano tra il 5 e 42 μm. Gli inchiostri utilizzati sono a base di colorante e di acqua oppure al MEK (metiletilchetone) un tipo di solvente usato in questi inchiostri. In questo caso l'inchiostro viene spruzzato senza sosta (continuamente) e si deposita o meno sulla carta deviandone il flusso attraverso sistemi, in genere elettrostatici, che lo riciclano.

LEGGI TUTTO...

Tecnica di stampa laser

L'immagine da riprodurre (proveniente da supporto cartaceo o elettronico) è riportata da un laser su un cilindro di selenio reso fotosensibile, detto "tamburo" o "rullo magnetico", che con la luce si carica, acquisisce l'immagine in negativo, immagazzina il toner e lo riporta poi sulla carta.

Il procedimento consiste in 7 fasi.

- caricamento statico del tamburo attraverso il PCR (rullo primario caricabatteria). Il flusso continuo di corrente elettrica proveniente dal PCR genera uno stato di carica negativa sulla superficie fotosensibile del tamburo.
- esposizione: Il raggio laser legge l'immagine da riprodurre e scansiona la superficie del tamburo togliendo la carica negativa nelle aree dove il toner non dovrà collocarsi, nella successiva fase di sviluppo. Sulla superficie del tamburo a questo punto risulta esserci un'immagine "nascosta" che non è altro che la riproduzione in negativo dell'immagine da stampare.
- sviluppo: la fase di sviluppo avviene attraverso l'immagazzinamento, da parte del tamburo magnetico, della polvere del toner sull'immagine nascosta. La polvere del toner, proveniente dal proprio serbatoio (le cui aperture sono adiacenti al tamburo) viene attratta sul tamburo stesso e si attacca alle aree rimaste sensibili alla carica negativa, cioè all'immagine nascosta. Nel procedimento interviene anche una lama dosatrice (racla) che regola la quantità di polvere toner nella zona del rullo magnetico. Il suo compito è quello di livellare l'acquisizione del toner togliendo il superfluo.
- trasferimento: il passaggio successivo è lo spostamento del toner sul foglio di carta. Durante il suo scorrimento il foglio viene caricato positivamente dal rullo di spostamento, per far sì che il toner sul tamburo, con carica negativa, si trasferisca sul foglio di carta creando l'immagine da stampare.
- fusione: le particelle di toner che sono già presenti sul foglio di carta non sono ancora attaccate perfettamente ad esso, hanno bisogno della fase di fusione. Il foglio di carta deve passare attraverso una zona della stampante detta "forno di cottura", composto dal rullo fusore e dal pressore. Il rullo pressore comprime il foglio sul rullo fusore, che con il calore emesso salda il toner alla carta.
- pulizia: nella cartuccia, mentre avviene la rotazione, non tutto il toner collocato sul tamburo si trasferisce sul foglio di carta, perciò c'è necessità di un meccanismo di pulizia per consentire alla macchina di ripetere il procedimento di stampa. La lama di pulizia ha il compito di pulire il tamburo dal toner rimasto, non più riutilizzabile, trasportandolo in un serbatoio specifico. Esiste un'altra lama detta di recupero, che ha la mansione di impedire al toner rimasto di cadere davanti al tamburo, impedendogli quindi di uscire dalla cartuccia.
- cancellazione: dopo che la lama di pulizia ha tolto il residuo di toner, la macchina cancella le impronte di carica negativa ancora presenti sul rullo magnetico.

LEGGI TUTTO...

Tecnica di stampa litografica

La litografia è una tecnica di stampa chimico-fisica delle immagini. Il procedimento è basato sull'utilizzo di una matrice piana: le parti stampanti e non stampanti sono poste sullo stesso piano. Per litografia si intende anche la riproduzione ottenuta con tale procedimento.

Il principio è estremamente semplice: un particolare tipo di pietra, opportunamente levigata e quindi disegnata con una matita grassa, ha la peculiarità di trattenere nelle parti non disegnate (dette contrografismi) un sottile velo d'acqua, che il segno grasso (detto grafismo) invece respinge. Passando l'inchiostro sulla pietra così trattata, esso è respinto dalle parti inumidite e trattenuto dalle parti grasse. Al torchio, perciò, il foglio di carta riceve solo l'inchiostro che si deposita sulle parti disegnate e non sulle altre.

La stampa litografica si basa sull'incompatibilità di alcuni inchiostri con l'acqua.

- La matrice, fatta di pietra calcarea, granulosa e costituita da carbonato di calcio, deve avere uno spessore che vada dai 6 ai 12 cm. Inoltre, la pietra deve essere compatta ed omogenea per evitare fratture sotto la pressione del torchio.
- La superficie della pietra va levigata con pomice, sabbia o, ancora meglio, carborundum, per togliere qualsiasi segno.
- Si disegna con una matita litografica o con dell'inchiostro litografico composti da sostanze grasse (l'inchiostro litografico è tipico per essere molto oleoso); infatti, il carbonato di calcio trattiene con facilità le sostanze grasse. Va ricordato che, sulla pietra, le immagini devono essere disegnate in modo speculare.
- Finito il disegno si spennella la pietra con un liquido a base di acido nitrico, gomma arabica acidificata e acqua. Per capire se tale liquido (chiamato "preparazione") ha un giusto grado di acidità, lo si spennella sul bordo della pietra. Se la reazione provoca molta schiuma vuol dire che è troppo forte: se viene usato così com'è il disegno ne risente. Se invece produce poca schiuma vuol dire che non è abbastanza forte. L'ideale sarebbe non molta schiuma e che sia persistente. La causa della reazione che si verifica è l'acido nitrico che trasforma tutte le parti non protette dall'inchiostro litografico, trasformando il carbonato di calcio in nitrato di calcio, sostanza idrofila.
- La stampa avviene dopo 24 ore dalla preparazione, mediante il torchio litografico, la matrice disegnata viene bagnata e poi inchiostrata con un rullo di caucciù.
- L'inchiostro aderisce dove c'è il disegno e viene respinto dalla pietra bagnata.
- Si mette il foglio di carta da stampare, si aggiungono altri fogli ed un cartone grassato e alla fine il tutto viene compresso.
- Ad operazione ultimata, il foglio viene tolto e fatto asciugare.

LEGGI TUTTO...

Tipografia Garofoli

Via Decio Mure, 14
Sassoferrato (AN) 60041
Tel: 0732 95159 - 0732 619352
info@manifestiindigitale.it

Siamo presenti su

Logo AcquistinRetePA
Nel portale del MePA - Mercato elettronico della Pubblica Amministrazione, cerca Tipografia Garofoli e potrai accedere alle nostre vantaggiose offerte.