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Preparativi per la Stampa

A volte ci viene posta questa domanda: che differenza c'è tra RGB e CMYK?
RGB e CMYK sono due modelli colore, in parole povere due modi di rappresentare il colore.

Stampa pagina al vivo e abbondanza

Progettare con l'abbondanza è necessario solamente quando il documento prevede una stampa "al vivo", cioè quando la stampa arriva fino ai bordi del foglio (cioè quando non esistono margini di carta bianca).

Come funziona? Progettiamo per esempio un volantino di formato 150x210 mm. Se lo pensiamo con la stampa al vivo, dovremmo in realtà progettare un volantino di dimensioni 156x216 mm: cioè +3 mm di base colorata per lato, millimetri che andranno poi tagliati. Questo perché il tipografo non è in grado di tagliare la carta precisamente dove finisce la stampa e comincia il bianco della carta, ma è in grado di tagliare i 3 mm in questione.

Guardiamo la figura sottostante:
il margine azzurro è il formato del volantino con l'abbondanza che avrai progettato (156x216 mm);
i filetti bianchi rappresentano le linee di taglio del tagliacarte che, in definitiva, riquadrano il formato finale del volantino (150x210 mm);
il bordo giallo rappresenta la distanza del testo dal formato tagliato.
Nota bene, anzi benissimo, che se hai progettato (come nella figura sotto) che il testo dovrà essere a 10 mm dal bordo (nel formato tagliato), dovrai tenere il testo a 10 mm dal bordo di taglio (bianco), quindi a 13 mm dal bordo azzurro!
Nel nostro esempio, se avessimo progettato un volantino 150x210 mm senza abbondanza, l'espediente sbagliato sarebbe quello di ingrandire tutto il documento fino a 156x216 mm; il procedimento esatto è invece quello di ingrandire solamente la figura sottostante la scritta, quella della donna con il cesto di frutta in testa, portarla a 156x216 mm e lasciare il testo inalterato al suo posto...

 

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Stampa manifesti: qual è la risoluzione giusta?

Spesso in tipografia arrivano file con risoluzioni troppo grandi o troppo piccole, inadatte ad una stampa ottimale.

Abbiamo fatto delle prove partendo dalla risoluzione massima dell'occhio umano, in condizioni ottimali, con una lettura a 30 cm di distanza. Tale risoluzione risulta essere 447 dpi, il che vuol dire che l'occhio umano, ad una distanza di 30 cm, riesce a distinguere al massimo 447 punti in un pollice, cioè circa 175 punti ogni cm. Chiaramente aumentando la distanza di lettura, diminuisce la capacità di distinguere (risolvere) questi punti: da ciò la possibilità di diminuire la risoluzione del documento a seconda della distanza della lettura. 447 dpi sono la risoluzione massima, mentre in tipografia viene usata, per la stampa, una risoluzione di 300 dpi (parliamo sempre di una lettura di una pagina a 30 cm di distanza), più che sufficienti per una buona resa nei dettagli della foto.

Scarica il file "Prova risoluzione.jpg" nel formato 50x70 a 447 dpi; qui sotto ne è riportata una copia a bassa risoluzione.
Dopo che lo avrai stampato potrai verificare con i tuoi stessi occhi, allontanandoti ed avvicinandoti al file stampato qual è la risoluzione ottimale per la stampa del documento che stai progettando.
Sorprendentemente, alla distanza di 1 metro, (quella che si usa per leggere un manifesto...) vedrai che è sufficiente una risoluzione di 150 dpi, ma anche meno (100/120 dpi); per un 6x3 mt (distanza di lettura 5/10 mt), la risoluzione può scendere ai 72 dpi, anche qualcosa sotto (50 dpi). Quindi, come sempre tieni bene in mente l'uso che farai delle tue foto e assegna loro i dpi giusti!

Stampare immagini alta risoluzione scaricati da internet

Spesso ci giungono in tipografia file a bassa risoluzione, scaricati da internet, che è impossibile stampare in buona qualità.

Come fare per trovare i file giusti?
Apriamo un browser (Safari, Chrome, Firefox…) ed andiamo alla pagina di Google (www.google.it). Inseriamo l'argomento della ricerca (es. "foto Luna") e diamo l'invio.
A questo punto selezioniamo il tag "Immagini": campariranno così delle miniature (anteprime) delle immagini che stiamo cercando (in questo caso immagini della Luna). Facciamo click sul tag "Strumenti di ricerca" e vediamo che compariranno dei sottomenù. Facciamo click sul tag "Dimensioni" del sottomenù e vediamo comparire la scritta "Maggiore di…".
A questo punto non dobbiamo far altro che selezionare le dimensioni di cui abbiamo bisogno.

Qui di seguito una legenda che servirà a semplificare la scelta della risoluzione adeguata:
Locandina A3 verticale: base (30 cm) di almeno 2500 pixel;
70x100 verticale: base (70 cm) di almeno 3000 pixel;
100x140 verticale: base (100 cm) di almeno 4000 pixel

Stampa manifesti a prezzi bassi

Da alcuni anni la tecnologia di stampa digitale ha soppiantato, per le basse tirature, la stampa tradizionale (stampa offset).

La stampa offset, quella che tanti immaginano come stampa tipografica tradizionale, è un'evoluzione della stampa litografica e richiede la produzione di matrici (lastre) che inevitabilmente hanno un costo.

Per la produzione di manifesti a colori sono richieste quattro lastre, una per colore dei quattro colori fondamentali della famosa sintesi CMYK. Inoltra le lastre vanno messe in macchina e va tarata l'inchiostrazione (con produzione di copie di scarto): anche questi fattori incidono sui costi.

Tutta questa preparazione viene chiamata "impianti" e per la produzione di manifesti 70x100 gli "impianti" possono incidere con un costo variabile dai 50 ai 100 euro.

Ecco qui che la stampa digitale comincia ad avere i suoi vantaggi. Pur avendo costi unitari (x manifesto) più alti dell'offset e una stampa meno veloce, non richiede impianti. Da ciò ne deriva che per una produzione da 1 a 200/300 manifesti la stampa digitale è conveniente. Ecco perché oggigiorno esistono molti siti che propongono stampa manifesti a prezzi sempre più bassi.

Stampa a getto d'inchiostro

Il getto di inchiostro è una tecnologia di stampa che consiste nel proiettare minuscole goccioline di inchiostro sul supporto da stampare.
La tipica stampante a getto d'inchiostro presenta un carrello che si muove avanti e indietro per tutta la larghezza del foglio, il quale a sua volta procede in direzione perpendicolare al carrello mediante un sistema di rulli che lo trascina.

Sul carrello sono fissate le testine di stampa, il cui compito è quello di proiettare sul foglio microgocce di inchiostro del volume di pochi picolitri attraverso minuscoli forellini detti ugelli. Il meccanismo di eiezione delle gocce può essere di due tipi:

termico: in corrispondenza di ogni ugello è posizionato un resistore attraverso il quale vengono fatti passare impulsi di corrente; ad ogni impulso il resistore si scalda alla temperatura di alcune centinaia di gradi in pochi microsecondi e genera nell'inchiostro a contatto con esso una bolla di vapore. L'espansione di quest'ultima provoca l'espulsione della goccia dall'ugello soprastante; questa è la tecnologia più diffusa nell'ambito home/office ed è utilizzata da Hewlett-Packard, Canon, Lexmark e Olivetti;

piezoelettrico: sotto ogni ugello è sistemato un canalino circondato da un cristallo piezoelettrico; un impulso elettrico provoca la deformazione del cristallo e conseguentemente la repentina strozzatura del canalino e l'eiezione dell'inchiostro; è la tecnologia utilizzata da Epson.

L'inchiostro viene prelevato da serbatoi chiamati cartucce le quali possono contenere inchiostro libero o trattenuto da una spugna; nei modelli di stampanti per fogli di dimensioni A4 e A3, tali serbatoi sono solitamente di ridotte dimensioni e posizionati sul carrello, sopra le testine, e quindi si muovono assieme ad esso. Alcuni produttori in questi casi integrano le testine di stampa nelle cartucce e quindi l'esaurimento dell'inchiostro comporta la sostituzione della testina: ciò influisce sul costo della cartuccia, ma garantisce sempre l'efficienza delle testine. Nelle stampanti per fogli di dimensioni maggiori, impropriamente chiamate plotter, le cartucce di inchiostro sono generalmente posizionate in un luogo fisso e collegate al carrello con le testine mediante tubi, alcune volte l'inchiostro è contenuto in veri e propri serbatoi da rabboccare periodicamente.

Accanto alle tecnologie sopra descritte caratterizzate dall'eiezione d'inchiostro solo quando richiesto (Getto a richiesta) esiste il cosiddetto getto d'inchiostro continuo, una tecnologia molto usata nei processi di stampa industriale e commerciale per alti volumi. Essa è caratterizzata da alte frequenze di getto che permettono un'elevata velocità di stampa. La risoluzione di stampa ottenibile raggiunge circa 300 dpi e i diametri degli ugelli variano tra il 5 e 42 μm. Gli inchiostri utilizzati sono a base di colorante e di acqua oppure al MEK (metiletilchetone) un tipo di solvente usato in questi inchiostri. In questo caso l'inchiostro viene spruzzato senza sosta (continuamente) e si deposita o meno sulla carta deviandone il flusso attraverso sistemi, in genere elettrostatici, che lo riciclano.

Tecnica di stampa laser

L'immagine da riprodurre (proveniente da supporto cartaceo o elettronico) è riportata da un laser su un cilindro di selenio reso fotosensibile, detto "tamburo" o "rullo magnetico", che con la luce si carica, acquisisce l'immagine in negativo, immagazzina il toner e lo riporta poi sulla carta.

Il procedimento consiste in 7 fasi.

- caricamento statico del tamburo attraverso il PCR (rullo primario caricabatteria). Il flusso continuo di corrente elettrica proveniente dal PCR genera uno stato di carica negativa sulla superficie fotosensibile del tamburo.
- esposizione: Il raggio laser legge l'immagine da riprodurre e scansiona la superficie del tamburo togliendo la carica negativa nelle aree dove il toner non dovrà collocarsi, nella successiva fase di sviluppo. Sulla superficie del tamburo a questo punto risulta esserci un'immagine "nascosta" che non è altro che la riproduzione in negativo dell'immagine da stampare.
- sviluppo: la fase di sviluppo avviene attraverso l'immagazzinamento, da parte del tamburo magnetico, della polvere del toner sull'immagine nascosta. La polvere del toner, proveniente dal proprio serbatoio (le cui aperture sono adiacenti al tamburo) viene attratta sul tamburo stesso e si attacca alle aree rimaste sensibili alla carica negativa, cioè all'immagine nascosta. Nel procedimento interviene anche una lama dosatrice (racla) che regola la quantità di polvere toner nella zona del rullo magnetico. Il suo compito è quello di livellare l'acquisizione del toner togliendo il superfluo.
- trasferimento: il passaggio successivo è lo spostamento del toner sul foglio di carta. Durante il suo scorrimento il foglio viene caricato positivamente dal rullo di spostamento, per far sì che il toner sul tamburo, con carica negativa, si trasferisca sul foglio di carta creando l'immagine da stampare.
- fusione: le particelle di toner che sono già presenti sul foglio di carta non sono ancora attaccate perfettamente ad esso, hanno bisogno della fase di fusione. Il foglio di carta deve passare attraverso una zona della stampante detta "forno di cottura", composto dal rullo fusore e dal pressore. Il rullo pressore comprime il foglio sul rullo fusore, che con il calore emesso salda il toner alla carta.
- pulizia: nella cartuccia, mentre avviene la rotazione, non tutto il toner collocato sul tamburo si trasferisce sul foglio di carta, perciò c'è necessità di un meccanismo di pulizia per consentire alla macchina di ripetere il procedimento di stampa. La lama di pulizia ha il compito di pulire il tamburo dal toner rimasto, non più riutilizzabile, trasportandolo in un serbatoio specifico. Esiste un'altra lama detta di recupero, che ha la mansione di impedire al toner rimasto di cadere davanti al tamburo, impedendogli quindi di uscire dalla cartuccia.
- cancellazione: dopo che la lama di pulizia ha tolto il residuo di toner, la macchina cancella le impronte di carica negativa ancora presenti sul rullo magnetico.

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